La malattia prende il nome dal barone Guillaume Dupuytren, chirurgo francese che nell'800 la descrisse nel suo cocchiere. Si tratta di una malattia piuttosto diffusa, dovuta all'ispessimento e alla retrazione della fascia fibrosa che si trova subito al di sotto della cute del palmo della mano, che viene detta aponeurosi palmare (fig. 2), e può portare a limitazione dei movimenti delle dita. Nei casi avanzati viene a formarsi un cordone sottocutaneo che può estendersi dal palmo alle dita. Il cordone può causare una graduale chiusura delle dita nel palmo con difficoltà alla apertura delle stesse. L'origine di questa patologia e' ancora sconosciuta ed al momento non esiste ancora un trattamento risolutivo, essendo
Una patologia tendente alla recidiva. La caratteristica della patologia e' di non essere dolente.
Essa può associarsi ad una forma del tutto simile, che colpisce la pianta del piede (malattia di Ledderhose) e, assai più raramente, alla cosiddetta malattia di La Peyronie, che colpisce il pene. Cause:
la malattia di Dupuytren colpisce prevalentemente persone di razza bianca nord europei. E' più frequente negli uomini e di solito inizia dopo i 40 anni. In alcuni casi e' presente una familiarità. Alcune persone possono sviluppare forme più severe della patologia in particolare coloro che: -sviluppano la malattia in età più giovane -hanno la stessa forma in altre zone del corpo -hanno storia clinica di patologie epatiche da abuso di alcol Le lesioni della mano non sono state direttamente correlate alla causa della malattia, mentre si è vista una certa corrispondenza con i microtraumi della mano.
Sintomi: la malattia di Dupuytren insorge nella maggiorparte dei casi come un piccolo nodulo od ispessimento al palmo della mano. Questo di solito si forma in corrispondenza delle linee della mano in corrispondenza della base del dito anulare e del mignolo. Con il passare del tempo la malattia può estendersi alla regione del palmo della mano e delle dita coinvolgendo la cute ed i tendini provocando la retrazione delle dita all'interno del palmo
. I pazienti generalmente si accorgono della patologia quando non riescono più a stendere la mano completamente aperta su una superficie piatta, come un tavolo (fig. 3). Nei casi avanzati l'eccessiva flessione delle dita impedisce le normali attività quotidiane, quali lavarsi le mani, indossare guanti e mettere la mani nelle tasche.
La malattia è spesso bilaterale.
Classificazione in stadi della malattia: Stadio 1. Presenza del nodulo senza alcuna flessione delle dita. Stadio 2. Flessione delle dita < 45° Stadio 3. Flessione delle dita < 90° Stadio 4. Flessione delle dita > 90°
Esami diagnostici:
Una storia clinica dettagliata su come le mani sono state usate e se si hanno avuti precedenti traumi possono essere molto utile per fare pensare al medico che possa essere presente questa patologia. La diagnosi resta prettamente clinica.
Terapia:
Non esiste un trattamento definitivo per questa patologia. Negli stadi iniziali può essere fatto un tentativo non chirurgico con dei tutori, il cui scopo e quello di ritardare il più possibile il piegamento delle dita. Quando questo inizia ad essere importante il trattamento di scelta è quello chirurgico. Lo scopo della chirurgia e' quello di ristabilire per quanto possibile la corretta posizione delle dita.
Nella quasi totalità dei casi dovrà ricorrere all'intervento chirurgico. Lo scopo dell'intervento è quello di ristabilire per quanto possibile la corretta funzione e posizione delle dita. La malattia può recidivare dopo intervento chirurgico sviluppando cordoni di malattia lungo gli stessi raggi (o in altri diversi) della mano (fig. 1).
Dopo l'intervento, le dita vengono lasciate libere dalla medicazione, pertanto si possono e si devono muovere da subito, ma è bene evitare sforzi per 20-30 giorni. A giudizio del medico si può effettuare fisiokinesiterapia mirata post-chirurgica per accelerare i tempi di recupero. Si può riprendere il lavoro in 7-10 giorni nel caso di lavoro di concetto, in 20-30 giorni nel caso di lavoro manuale di media intensità. I rischi legati all'intervento (fortunatamente molto rari) sono principalmente: la formazione di una cicatrice dolorosa (che però in genere migliora in 3-6 mesi), la lesione chirurgica (o in corso d'intervento) di un ramo nervoso (soprattutto nel caso di decorsi anatomicamente anomali), lesione di vasi digitali e le
Morbo di Dupuytren. Nei casi in stadio non molto avanzato (stadio 2-3) i disturbi regrediscono quasi completamente in seguito all'intervento, mentre nei casi molto gravi (stadio 4), in cui si sia giunti ad una flessione completa delle dita, questa può migliorare, ma non risolversi del tutto. Tra le tecniche chirurgiche a cielo aperto quella microchirurgica, è la procedura eseguita dalla nostra equipe; tale metodica assicura oltremodo il rispetto delle strutture anatomiche più delicate, grazie all'ausilio di mezzi ottici d'ingrandimento (2-4x) ed offre al paziente le migliori garanzie. Anestesia: Plesso brachiale